3 domande a: Paolo Ceci, pronto a una Dakar da protagonista

Giusto rientrato dal successo ottenuto al East African Safari Classic Rally, per il copilota navigatore Paolo Ceci è tempo di bilanci annuali, festeggiamenti e ripartenza per quella Dakar che lo vedrà al via per l’ottava volta. In questi dieci giorni che sta passando nel suo feudo al monte di Prignano sulla Secchia, non ci siamo lasciati sfuggire l’occasione per fargli le nostre 3 domande. In realtà saranno qualche in più ma il personaggio è un campione delle 2 e ora delle 4 ruote nell’off road. Di ritorno dal primo successo, con il suo pilota varesino Eugenio Amos nell’avventurosa tra Kenya e Tanzania del East African Safari Classic Rally, e gli chiediamo: Ci puoi fare una sintesi di questo anno 2023, cosa ci puoi dire ? La sua risposta: Direi che è stata una annata intensa, molto, molto intensa perchè ha iniziato a gennaio con la Dakar 2023, ed è stata una delle Dakar più dure per me in quanto ho corso con una ragazza della Arabia Saudita su un Can Am. E’ stata una gara complicata, tempestata da problemi, e poi a livello umano è stata complicata per le differenze culturali che ci sono o il fatto stesso di correre con una ragazza è stata una Dakar impegnativa. Siamo riusciti comunque a concluderla ma purtroppo non è arrivato un risultato perchè i problemi sono stati tanti. Dopo, con un contratto con Eugenio Amos che mi portava di nuovo a correre con lui, dopo un’anno suo di stop per problemi personali da risolvere, che è tornato bello carico con la voglia di gareggiare. Con lui abbiamo fatto una stagione intensa in quanto abbiamo corso tutte le prove del mondiale Cross Country Rally. Il Rally di Abu Dhabi lo abbiamo fatto con un Can Am in quanto non era ancora pronta la nostra Toyota. Poi dalla prova in Messico siamo saliti a bordo di un Toyota Hilux T1 Plus del team Overdrive, una macchina fantastica con la quale abbiamo fatto Messico, Argentina e Marocco. Dopo il primo adattamento, avvenuto in Messico, è arrivato un 4° assoluto in Argentina e un 5° in Marocco, che ha un valore importantissimo in quanto in Marocco è la gara banco di prova per tutti che poi vanno alla Dakar. Quindi un 5° in Marocco è stato un risultato che avremmo firmato per essere tra i top 10 ed abbiamo fatto un 5° assoluto con una soddisfazione incredibile. Poi nel frattempo ho iniziato a collaborare con ASO che è l’organizzatore della Dakar a fare i road book, e sto lavorando con loro facendo quello per il campionato nazionale saudita. Loro chiaramente mi avevano anche chiesto di fare quello su diverse prove del mondiale ma ho rinunciato visto che corro e chiaramente non posso fare il road book e correre, di conseguenza gli sto disegnando solo il road book del campionato saudita. E poi Eugenio mi ha proposto di andare a fare l’African Safari Classic Rally a dicembre, poco prima della Dakar, e pensavo fosse una gara più rallistica ed invece è stato un vero e proprio cross country rally a tutti gli effetti che però abbiamo corso su un Porsche. Macchina di 4’0 anni fa preparata divinamente dal team Thuttil Porsche dove ho trovato un team, una squadra con un’armonia incredibile, un team fantastico e ci tengo a ringraziare Richard Thuttil perchè è una persona straordinaria che gestisce questo team in una maniera incredibile. E qui abbiamo coronato il sogno di vincere questa gara dove siamo partiti con l’obbiettivo di vincerla e poi siamo riusciti a centrarlo al termine con grande soddisfazione. Una gara molto, molto dura a causa delle piogge prima e durante l’evento con guadi quasi impassabili e giornate sotto alla pioggia e buche di fango immense e chiaramente tutto fatto con un due ruote motrici, quindi ancor più complicato, però è stata una soddisfazione incredibile da quado al terzo giorno siamo andati in testa fino alla fine. Veramente bello, bello, bello. Ora siamo pronti a partire per la Dakar 2024, sempre con il team Overdrive. Siamo belli allenati in quanto reduci dal Afican Safari, giusto a casa per 10 giorni e poi sarà Dakar dove ci siamo prefissati un’obbiettivo sicuramente ambizioso ma che crediamo sia nelle nostre possibilità, ed è quello di terminare la Dakar nella top ten. Una sintesi lunga ma per Paolo Ceci sono stati 12 mesi ricchi di gare e visto che siamo a fine anno la domanda classica: Cosa tieni e cosa butti di questo 2023 ?  la sua risposta: In realtà è stato un anno molto bello, molto prolifico sotto tutti i punti di vista, quindi c’è veramente poco da buttare, anche perchè diciamo che brutte esperienze non ne abbiamo avute. Qualcosa spiacevole come quando purtroppo abbiamo capottato in Messico al primo giorno, però anche dalle brutte esperienze c’è sempre da capire e da apprendere qualcosa di nuovo e farne tesoro. Quindi in realtà da questa annata non butto proprio niente e anzi dalle difficoltà cerchiamo di uscirne, capirle, interpretarle e farne tesoro per uscire ancora più forti. Da questa risposta si evince la saggezza di Paolo Ceci e come ha già accennato che il duo Ceci pilottato da Amos sarà al via della Dakar, quindi la domanda è: L’anno nuovo ripartirà dunque da dove hai iniziato questo 2023 ? La risposta: Si, ripartiamo dalla Arabia Saudita dove ci aspettiamo un Dakar complicata, in quanto l’organizzazione ha annunciato una Dakar molto dura. Ma non siamo preoccupati in quanto siamo allenati, siamo sul pezzo, da un certo punto di vista se la gara è dura a noi neanche dispiace più di tanto perchè è quando le gare sono complicate che si può fare un po di differenza, quindi siamo coscienti delle nostre possibilità. Sappiamo che non possiamo lottare per vincere, però sappiamo anche che abbiamo una bel potenziale per fare un gran bel risultato. Partiamo dunque, belli carichi e convinti di poter fare bene. Poi sai la Dakar, sono 14 giorni di gara e deve andare sempre tutto liscio, perchè le gare comunque si portano a casa, ma ci vuole sempre un po di fattore C che è la fortuna. L’intervista continua con la domanda: Mi confermi l’obbiettivo primario a questa vostra Dakar 2024 ? La risposta: Ma, l’obbiettivo è quello di fare bene in generale, quello di correre con cervello ovvero quello di non partire sicuramente, come diciamo noi, a fuoco ma partire di buon passo mantenendo il passo analizzando bene tappa per tappa e amministrare nelle tappe dove ci sarà da amministrare e spingere un po di più nelle tappe dove ci sentiremo più a nostro agio. Ma non ci aspettiamo di partire i primi giorni con dei risultati eccezionali, l’obbiettivo è quello di partire cauti e non commettere errori perchè in una gara così lunga quello che premia di più è la regolarità. Quindi il partire troppo forte potrebbe, alla fine portarci a commettere degli errori che non vogliamo commettere. Aspettatevi di vederci nei primi 30 all’inizio e mi auguro nei primi 10 alla fine. Infine una domanda sul divieto di esposizione delle bandiere di appartenenza con tanto di contestazione di molti: Si è saputo di questo divieto, dichiarato per motivi di sicurezza, voi ripartirete con i colori che vi hanno identificato da sempre con il tricolore ? La risposta: Per noi non è un problema di bandiera, che io trovo una cosa anche un po ridicola, quella sinceramente perchè insomma la nazionalità se uno vuole sapere di che nazionalità sei s’impara anche senza guardare il nome e la bandierina sulla macchina, però va be è stato deciso così. Ma noi ci riconosceranno sicuramente perchè avremo una livrea molto simile a quella che abbiamo usato tutto l’anno ma molto molto più bella. La nostra livrea sarà comunque rossa, bianca e verde quindi tutti sapranno che siamo italiani. Con il sorriso si è conclusa questa piacevole intervista con il campione modenese che sarà uno dei protagonisti della prossima Dakar. Una prima del 2024 che sarà anche l’apertura del mondiale ora FIA World Rally-Raid Championship che quest’anno prevede 5 prove, dalla Dakar, l’Abu Dhabi Desert Challenge, il Transiberico Rally-Rid, il Desafio Ruta 40 e il Marocco. Ma torniamo alla Dakar, che scatterà con il prologo il 5 gennaio da Alula per concludersi dopo 14 giorni di gare il 19 gennaio ad Yambu. Per il nostro duo a bordo della Toyota Hilux della scuderia Overdrive numerata dal 227, ci saranno 12 tappe da affrontate nella penisola araba con 7883 km di cui 4676 in prove speciali da superare nel fuoristrada ostico tra sabbia e deserti. Solo il 13 gennaio nella capitale Riyadh, la possibilità di “riposarsi” prima del rush finale che poterà al traguardo di questo storico e leggendario rally che si corre dal 1979, prima tra Europa e Africa, poi in Sudamerica e ora in Arabia Saudita. I ringraziamenti a Paolo Ceci sono doverosi e grazie ai suoi messaggi avremo la possibilità di seguirlo in questa sua ottava avventura con la Dakar. Ora non rimane che attendere e festeggiare il capodanno prima di vedere cosa faranno Paolo Ceci e il suo pilota, varesino, Eugenio Amos dal 5 gennaio alla Dakar.  A seguire il link del mondiale:   FIA Rally Raid             e quello della:      Dakar

Immagini d’archivio

Potrebbero interessarti anche...